Molto più che un gioco

Idee sul Progetto e sui suoi ipotetici sviluppi

Prefazione

L’ Importanza delle società sportive nell’azione educativa dei minori.

Ogni individuo si educa e forma la propria coscienza civile e sociale usufruendo di tre entità educative che si interconnettono tra loro e si inseriscono nella vita degli esseri umani con un ordine non casuale. La famiglia, la scuola e l’ambiente sociale.
Nell’ambiente sociale, per quanto ci interessa ai nostri scopi, si collocano le esperienze sportive vissute dai nostri giovani nella pratica delle attività inerenti ai vari sport.

Tenuto conto che sia la famiglia che la scuola (almeno nella fase dell’obbligo ma spesso anche successivamente) non sono opinabili rispetto alla volontà individuale del bambino e poi dell’adolescente, l’esperienza sportiva è, quasi sempre, la prima scelta autonoma che lui compie. Quindi una scelta che lo rende particolarmente sensibile e recettivo agli stimoli comportamentali ed educativi che gli vengono proposti.

Da qui, per le società sportive, una grande opportunità relazionale ma soprattutto una grande responsabilità sul piano formativo che riguarda lo sviluppo armonico sia fisico che psicologico dei bambini e degli adolescenti, e sul piano educativo per quanto riguarda il loro equilibrato inserimento, come uomini e cittadini, nella realtà sociale e civile in cui vivono, abbracciando e promuovendo i valori di correttezza, tolleranza e osservanza delle norme, che sono principi fondamentali per lo sport e per la stessa società civile.

C’è la generale convinzione che la pratica sportiva abbia un potere taumaturgico relativamente all’educazione dei minori, ma pur offrendo un ambiente favorevole ad una azione educativa efficace, perché essa sia adeguata al raggiungimento di questo obiettivo sono necessari comportamenti corretti e mirati al conseguimento di questo risultato. Conciliare il risultato agonistico, fine principale di ogni attività sportiva, con il soddisfacimento delle aspettative ludiche dei minori e l’azione educativa richiede competenze che molto raramente sono approfondite nei curricula di allenatori e istruttori. La loro preparazione specifica contiene indicazioni relative alle tematiche psicologiche quasi esclusivamente in funzione dei risultati agonistici.

Per permettere alle società sportive e alle sue strutture tecniche e organizzative di assolvere al meglio al compito di educare i minori alla tolleranza, alla osservanza delle regole e alla correttezza ed a ogni altro valore positivo che possiamo enunciare o individuare, e a ottenere che i diritti di tutti i minori siano garantiti compreso quello di uno sviluppo psicofisico equilibrato, bisogna fornire loro competenze specifiche relativamente a queste problematiche. Contemporaneamente bisogna creare le competenze educative in grado di contrastare ogni situazione di disagio emotivo che è i il presupposto a ogni manifestazione di violenza e alle condizioni in cui esse possono sorgere. Ci sono esperienze, anche di altre nazioni, che descrivono
metodologie e propongono modalità organizzative per affrontare questi problemi. Partendo da queste competenze è necessario costruire un percorso di formazione, un “Protocollo di Attività” che dia agli addetti ai lavori le conoscenze necessarie e la metodologia utile ad affrontare le situazioni complesse che sono all’origine dei problemi di cui parliamo.

L’idea di base su cui si incentra la nostra proposta, il “Protocollo di attività”, riguarda soprattutto la prevenzione. Noi proponiamo di iniziare un percorso che non solo porti tutti gli adulti che entrano in contatto con i minori ad acquisire sensibilità e competenze tali da permettere loro di individuare e scoprire o perlomeno percepire tutte le possibili situazioni di disagio relazionale, emozionale che sono poi all’origine d’ogni episodio di violenza sia fatta che subita. Bisogna che essi si abituino a non trascurare nessun episodio in cui la violenza in qualsiasi forma sia si manifesti o si possa manifestare e di conseguenza intervenire con atti correttivi e finanche repressivi che devono avere un elemento imprescindibile per essere efficaci, la loro condivisione fra tutti i soggetti che compongono il gruppo in cui questi fenomeni si sono manifestati. Prevenzione e Condivisione sono le parole d’ordine che sono alla base del “Protocollo di Attività” che viene definito nel seguente progetto.

Il progetto

Il Progetto che noi presentiamo si chiama “Molto più che un Gioco”1, e intende supportare i soggetti che operano a contatto con i minori e che svolgono attività sportiva a forte contenuto sociale sul territorio. utilizzando lo sport come strumento educativo e di prevenzione del disagio sociale e psicofisico, di sviluppo e di inclusione, di recupero e di socializzazione, di integrazione dei gruppi a rischio di emarginazione, ponendosi quindi l’obiettivo di contrastare la povertà educativa e prevenire il rischio di dipendenza giovanile e ridurne il disagio.

Uno dei presupposti del Progetto, riguarda la convinzione che le società sportive hanno una responsabilità educativa seconda soltanto alla famiglia e alla scuola e se si tiene conto che la partecipazione alle attività di una disciplina sportiva è forse una delle prime scelte autonome che i/le ragazzi/e compiono e che, quindi, li/e coinvolge emotivamente molto profondamente. I risultati di questa scelta condizioneranno la loro percezione e la considerazione di sè, aumenteranno la loro sicurezza o la deprimeranno, favoriranno quindi la loro capacità di rapporto positivo e di inserimento nell’ambiente socioculturale che li circonda o aumenteranno le normali difficoltà che i/le ragazzi/e e gli/le adolescenti hanno nell’accettazione di se’ rendendo meno equilibrato il loro sviluppo psicofisico e il rapporto con gli altri, coetanei o no.

Come già detto, siamo altresì convinti che ogni fenomeno violento nello sport, nasca da una situazione di disagio comunque vissuta e subita, e che l’unica soluzione può essere risolutiva solo se svolge un’azione preventiva e quindi impedisce al disagio di verificarsi e di manifestarsi. E’ quindi necessario che gli adulti (istruttori, allenatori, dirigenti e quant’altri) che sono a contatto con i minori nelle attività sportive siano preparati a svolgere un ruolo fondamentale e insostituibile nella loro educazione e nella tutela dei diritti dei minori a svolgere l’attività sportiva traendone il massimo di aiuto per il loro equilibrato sviluppo psicofisico e il loro inserimento nella realtà socio culturale in cui vivono e vivranno in futuro.

Allegato A

PRESENTAZIONE DEL CORSO

Molto più che un gioco si propone di formare e sostenere una squadra di Responsabili di salvaguardia che possano poi divulgare principi di Salvaguardia minorile sportiva all’interno della propria società.
Formazione: Attraverso video/incontri e verifiche online
Sostegno: Attraverso un gruppo whatsApp di tutti gli iscritti al corso e la disponibilità 365 giorni all’anno di un responsabile di salvaguardia minorile sportiva e di una psicologa.
Il corso ha una durata di circa 15 settimane con due lezioni a settimana.
È aperto a tutte/i le/i maggiori di anni 18 che partecipano – con qualsiasi ruolo di responsabilità – alle attività con minorenni in una società sportiva.
Il corso nasce da un progetto.


Chi può partecipare al corso:
Genitori, Allenatrici/ori, Dirigenza della società, Volontarie/i, Medici, Arbitre/i, Ufficiali di gara. Non c’è limite al numero di partecipanti che ogni società può iscrivere.
Per far si che il corso abbia il miglior risultato possibile sarebbe utile iscrivere un
partecipante per ogni categoria di persone indicate e presenti in società.
Per iscriversi, la società o il singolo, dovrà mandare, entro la data di inizio del corso, una E-mail all’indirizzo del responsabile del corso indicando per ogni partecipante: Nome, cognome, data di nascita, numero di telefono cellulare, E-mail di riferimento, sport di riferimento, ruolo, e società sportiva di riferimento.


Il corso è online, si svolgerà su YouTube e si divide in:
1) Moduli specifici alla salvaguardia minorile sportiva tenuti da coach Francesco Deza.
2) Moduli di psicologia sistemico relazionale tenuti dalla dott.ssa Annalisa Camellini.
In questa email troverete tutte le informazioni sul corso e le indicazioni su come partecipare.


Struttura del corso:
Il corso consiste in 30/32 lezioni online, divise in lezioni di salvaguardia minorile sportiva e lezioni di psicologia sistemico relazionale e comunicazione efficace.

Le lezioni saranno accessibili via YouTube ai link che vi verranno forniti ogni
settimana.

Il lunedì mattina verrà inviata alla mail di ogni iscritto al corso, due lezioni-video e 8/10 domande a risposta chiusa relative agli argomenti contenuti nelle lezioni.
Le risposte alle domande devono essere spedite via mail entro le 23.59 della domenica successiva e il giorno dopo, lunedì, i partecipanti riceveranno i nuovi link e le nuove domande.
Alla fine delle lezioni verrà inviato un attestato di primo livello per “responsabile Di Salvaguardia Di Una Società Sportiva”.


Programma di salvaguardia minorile sportiva:
1) L’istituzione sportiva
2) Il problema
3) la Pratica Professionale
4) Il contatto e come promuovere il rispetto
5) La Pratica Non Professionale
6) Pratica Non Professionale e abuso
7) Le categorie più a rischio
8) Trascuratezza e abuso fisico
9) Abuso sessuale e adescamento
10) L’abuso emozionale
11) Il bullismo
12) Pregiudizi inconsci
13) Il primo soccorso
14) I codici di condotta e le conseguenze
15) Protocollo di azione

Programma di psicologia sistemico relazionale e comunicazione efficace

La comunicazione efficace

1) presentazione corso: l’approccio sistemico relazionale.
2) intervista con allenatrice: «non solo «cosa», anche «come!».
3) cosa è l’abuso.
4) cosa è la realtà? meccanismo proiettivo nella interpretazione della realtà.
5) comunicazioni vietate e le «frasi killer».
6) la comunicazione, verbale e non verbale; aspetto contenuto e di relazione
7) linguaggio numerico e analogico; punti di vista; relazioni di potere up/down nella diade.
8) tentativi di controllo della comunicazione.
9) l’ascolto.

Teoria dei sistemi: dinamiche di gruppo

10) quando un gruppo informale diventa un sistema? regole implicite ed esplicite; come cambiano identità e responsabilità’ nel passaggio dalla diade al gruppo; fasi di un gruppo.
11) meccanismi di difesa dell’identità: consapevolezza e resistenze; identificazione, proiezione, negazione, …….
12) emersione di ruoli e dinamiche di gruppo: leader, contro-leader, gregario, pacificatore, polemico, «acqua cheta», spiritoso, creativo; leadership, triangolazioni, alleanze.
13) struttura del gruppo: mappa del potere e delle responsabilità; ridondanze, stabilità.
14) fasi di un gruppo: fasi di un gruppo: cambiamenti e gestione del conflitto.
15) rapporti fra società sportiva e famiglia.

Test di Presa Visione
Il test di presa visione è il breve test di verifica dei contenuti da compilare al completamento di ogni sessione online.

Video della prima settimana
Per completare la prima settimana del corso, , dovrete vedere 3 lezioni online su YouTube.
La prima sessione introduttiva, il primo episodio di salvaguardia minorile sportiva e il primo di psicologia sistemico-relazionale ai seguenti link:
Video introduzione:
CLICCA QUI

Video lezione 1 salvaguardia:
CLICCA QUI

Video lezione 1 psicologia sistemico-relazionale:
CLICCA QUI

Per essere abilitati alla seconda settimana del corso e ricevere i nuovi link il candidato deve compilare le domande di presa visione del corso e spedirle alla mail del responsabile del corso dalla quale riceverà il primo messaggio.
IL Lunedì successivo riceverà la mail con le altre due puntate e le domande di controllo (presa visione) per completare la Seconda settimana di corso Per qualsiasi supporto tecnico o domanda potete utilizzare l’email del responsabile o mandare un messaggio whatsApp al 0039 347 3119031.

N.B.
Breve riepilogo della genesi del Progetto
Molto Più Che Un Gioco è un progetto di proprietà di A.S.D. Freccia Azzurra nato da un’idea di Coach Francesco Deza Linares a seguito della formazione al Tottenham Hotspurs Foundation e all’esperienza come Responsabile Di salvaguarda dell’infanzia e dell’adolescenza nella Società Sportiva Barking And Daghenham Thunder avvenuta a Londra dal 2013 al 2017.

A seguito dell’Incontro con la società Freccia Azzurra Molto Più Che Un Gioco ha avuto la possibilità di attivarsi nel territorio Fiorentino.

Nel 2019 come risposta ad una serie di episodi di violenza durante manifestazioni sportive, la ASD Freccia Azzurra Firenze Basket promosse fra le società sportive fiorentine e non solo, l’iniziativa “Una firma per uno sport responsabile”.

Visto il successo dell’iniziativa, risposero positivamente più di 35 società, in una successiva conferenza stampa in Palazzo Vecchio la ASD Freccia Azzurra F.B. prese l’impegno di preparare un “Protocollo di Attività” da proporre a tutte le realtà sportive per contrastare le situazioni di difficoltà emotiva e di disagio che si suppone siano alla base di tutti i fenomeni negativi e di violenza.

Per raggiungere questo obiettivo la Freccia Azzurra si serve dei valori e delle procedure indicate nei manuali da Molto Più Che Un Gioco.

Successivamente il progetto si è arricchito delle competenze specifiche della Dott.ssa Annalisa Camellini psicologa sistemico relazionale.

La collaborazione con ASD Firenze per la Pallacanestro ha permesso di realizzare concretamente la prima esperienza formativa e testarne l’efficacia rispetto alle aspettative dei suoi utenti istituzionali.

Dalla fine del 2020 è stato stipulato un accordo di collaborazione fra l’Uisp Comitato territoriale di Firenze APS e Molto più che un gioco per collaborare nella verifica del percorso formativo proposto e nella diffusione del progetto stesso sia a livello regionale che oltre.

Oggi la ASD Freccia Azzurra F.B. si occupa degli aspetti organizzativi e amministrativi dell’attività del progetto, costruisce la proposta educativa per la quale il responsabile è Coach Francesco Deza Linares, che si serve del contributo professionale della Dott.ssa Annalisa Camellini e del presidente Fabio Freccioni.